L’ospedalizzazione può essere un’esperienza molto difficile per il bambino: nel momento in cui entra in ospedale subisce un distacco dalla sua casa, dalla sua famiglia, dai suoi ritmi abituali. Si introducono nella sua quotidianità situazioni nuove cariche di stress, non sempre ben accolte. La malattia rappresenta, a qualsiasi età, un evento che modifica il ritmo e la qualità della vita. Il bambino ospedalizzato è sottoposto alle cure mediche, forse per la prima volta nella vita, sperimenta la situazione di dolore, paura e angoscia. In realtà l’ospedalizzazione è un evento traumatico non solo per il bambino ma anche per la sua famiglia.
Su questa base si delinea dal 1978 l’attività del volontario della Fondazione ABIO, rivolta al bambino e al suo genitore, per promuovere l’umanizzazione dell’ospedale e sdrammatizzare l’impatto del bambino e della sua famiglia con le strutture sanitarie.
Con questo progetto Trenta Ore per la Vita e ABIO hanno migliorato la qualità della vita dei bambini e delle famiglie che entrano in contatto con tre strutture ospedaliere italiane, riducendo al minimo per ciascuno di loro il rischio di trauma rappresentato dal ricovero.
Le tre strutture coinvolte sono: l’Ospedale Belcolle di Viterbo, Policlinico Giaccone di Palermo e il San Carlo Borromeo di Milano.
Una buona assistenza ai bambini in ospedale passa anche da qui.
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