Salve a tutti, in questo spazio proveremo a dialogare tra genitori di bambini malati di tumore; argomento a dir poco difficile, figuriamoci per me che sono un normale commerciante! Anche se in un primo momento la sfida mi è sembrata ardua, poi ho pensato che si deve provare a dialogare su questi temi e trattarli anche dalla parte dei genitori, con i loro limiti, senza preoccuparsi di sbagliare.
A un certo punto della loro esistenza alcuni genitori, all’improvviso, scoprono e sono costretti ad accettare che il proprio bambino o la propria bambina abbiano il cancro.
Non esiste nulla di più brutto!
Fino a un momento prima pensavi che questo genere di cose a te, ai tuoi figli, ai tuoi cari non sarebbero mai potute accadere e invece ci devi fare i conti, subito, immediatamente! Senza alcun preavviso devi fare un viaggio obbligato, costretto a viaggiare per una terra sconosciuta e ostile, di cui non comprendi la lingua, con un dolore dentro mai sentito prima, profondo, sordo, cupo. E in questo nuovo mondo vedi tante realtà che non conoscevi, vedi gli effetti del cancro, i bambini senza capelli (come amabilmente usava chiamarli un’eccellente dottoressa che da poco ci ha lasciato). Forse quello è il momento in cui o impazzisci o reagisci e inizi a combattere.
Era giugno 2011 quando mia figlia, allora 14enne, iniziò la sua lotta che, grazie a Dio e alle persone che ci hanno aiutato, ha vinto. Ma da quel giorno la mia vita è cambiata: dopo l’ultimo ciclo di chemioterapia, nel dicembre 2011, sono entrato a far parte dell’Associazione Carmine Gallo, attiva da 25 anni nel Presidio Ospedaliero Pausilipon di Napoli, dove mia figlia è stata curata.
Sono entrato nell’Associazione spinto soprattutto da un senso di gratitudine verso gli altri che, prima di me, erano passati per il mio stesso percorso. Da allora ho fatto tanta esperienza e ho imparato tanto, e adesso cerco di “restituire” qualcosa a quelli che arriveranno dopo di me, per migliorare le condizioni di vita dei più piccoli. Perché solo se siamo in tanti ci potremo riuscire!
Testo a cura di Pasquale Buonocore, volontario dell’Associazione Carmine gallo Onlus che ha partecipato all’edizione 2015 di Trenta Ore per la Vita.