I tumori infantili sono un problema poco conosciuto. Ancora oggi molti pensano che questo tipo di malattie colpisca soltanto gli adulti, e che comunque si tratti di mali incurabili, per i quali un esito infausto è la regola.
La realtà è invece tutt’altra: purtroppo anche i bambini possono essere colpiti dal cancro, in tutte le fasce di età, dalla nascita fino all’adolescenza. L’incidenza dei tumori, però, è fortunatamente molto inferiore a quella dell’età adulta, circa 100 volte minore. Anche i tipi di tumore sono diversi nel bambino rispetto all’adulto: i più frequenti sono le leucemie, seguite dai tumori cerebrali, del sistema nervoso simpatico, renali, ossei ecc.
La buona notizia è che, più che nell’adulto, i tumori che colpiscono i bambini sono curabili e guaribili nella grande maggioranza: complessivamente, si può dire, essendo pienamente realisti, che su 4 bambini ammalati di tumore, 3 guariscono in maniera completa, definitiva, e con effetti collaterali a distanza scarsi o modesti. Per raggiungere questi risultati, da decenni ormai le terapie (chemioterapia, chirurgia, radioterapia, trapianti di cellule staminali, spesso in associazione tra loro) sono ben standardizzate a livello internazionale, con la formulazione di protocolli, cioè schemi di trattamento che si rinnovano periodicamente in base alle nuove conoscenze scientifiche e alla valutazione dei risultati dei protocolli precedenti.
Lo scopo è dare a ogni bambino l’intensità di terapia che risulti la più efficace per la sua malattia e la meno tossica per l’organismo a breve e a lungo termine.
Testo del Dottor Claudio Favre, direttore del Centro di eccellenza di Oncologia ed ematologia pediatrica dell’AOU Meyer.