Un giorno al mare Antonella, la mamma di Simone, un bambino di 8 anni con epilessia, si accorse che le palpebre di suo figlio tremavano in modo strano. Simone aveva appena 18 mesi. In quel momento, però, non diede troppo peso a questo fenomeno. «Sarà un po’ di sabbia negli occhi», pensò. Nei giorni seguenti, tuttavia, questi tremori si ripresentarono e Antonella fu costretta a portare Simone dalla sua pediatra. Il medico intuì subito che potesse trattarsi di epilessia.
Alla prima visita di controllo al Bambino Gesù seguirono numerosi accertamenti diagnostici, che confermavano le impressioni della pediatra.
«Dopo la diagnosi abbiamo trascorso due anni sempre in ospedale», racconta Antonella. «Uscivamo per qualche giorno, ma poi eravamo costretti a rientrare perché le crisi epilettiche di Simone aumentavano. Era arrivato ad avere 80 assenze al giorno”.
Antonella racconta che il momento più difficile è stato quando le hanno confermato la diagnosi. La sua prima reazione è stata di terrore. Aveva paura, come purtroppo è accaduto, che la malattia potesse influire sullo sviluppo del suo bambino. Da mamma sperava che suo figlio potesse avere una vita normale, come tutti i bambini meritano. Da mamma aveva paura per il futuro di Simone.
All’asilo, Antonella ha trovato delle maestre spaventate dalla malattia di Simone. Invece a scuola le cose sono andate meglio. Simone ha trovato un ambiente più attento alle sue problematiche. Antonella consegnò un opuscolo informativo alle maestre: dentro si raccontava in parole semplici l’epilessia dei bambini. Per combattere l’epilessia bisogna parlare di epilessia