Un report risalente al 2010 pubblicato sul sito del Ministero Della Salute riportava che il 60% degli arresti cardiaci si verificavano in casa.
Oggi questo valore è ulteriormente incrementato, si stima intorno al 70%, questo per due motivi principali: la popolazione è invecchiata rispetto a 10 anni fa e negli ultimi anni il lavoro da casa è aumentato.
Gli anziani, solitamente i soggetti maggiormente a rischio, nonostante l’arresto cardiaco possa colpire chiunque senza distinzione di genero o età, passano la maggior parte del loro tempo nelle proprie abitazioni.
Attualmente l’obbligo di dotazione di defibrillatori è in vigore solo per le società sportive, ma il DDL di Luglio 2019 presentato dalla Commissione Affari Sociali alla Camera dei Deputati del testo unificato in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extraospedaliero, estende tale obbligo alle Pubbliche Amministrazioni con scadenze il 31 dicembre 2022, prorogato al 31 dicembre 2025.
Questa estensione dell’obbligo di dotazione di questi dispositivi salvavita, deriva dalla comprensione che per poter intervenire nel tempo utile di 5 minuti, il defibrillatore deve essere già presente nelle immediate vicinanze.
Dotare i luoghi pubblici esterni di defibrillatori è senz’altro un’attività di grande impatto che porterà risultati tangibili in pochi mesi. Ma quale senso può avere essere al sicuro fuori dalle proprie abitazioni, se è proprio tra le mura domestiche che trascorriamo la maggior parte del nostro tempo?
In Italia sono circa 1 milione le residenze condominiali, nelle quali vivono 14 milioni di famiglie.
E’ dunque chiaro quanto sia importante tutelare la salute di queste persone con misure di prevenzione, rendendo i condomini cardioprotetti, dotati di defibrillatori di ultima generazione.
Oltre ai vantaggi di prevenzione e tutela della salute, la cardioprotezione dei condomini consente anche un abbattimento del costo, perché può essere suddiviso tra i condomini e distribuito su più anni.
Con pochi euro al mese per circa tre anni, ogni famiglia potrebbe contribuire a cardioproteggere non solo il proprio nucleo famigliare, ma anche quello di tutto il condominio.
Nella speranza di non doverlo mai utilizzare, un defibrillatore nel proprio condominio offre a tutte le famiglie un futuro più sereno ed un maggiore tranquillità.
Trenta Ore per la Vita, grazie alla collaborazione con EMD112, si impegna a far conoscere a tutti l’importanza della diffusione dei defibrillatori anche nei condomini, per diffondere sempre di più la “cultura del primo soccorso in situazioni di emergenza”.
Due cose importanti da sapere per cardioproteggere il vostro condominio
Il corso di BLSD
Bastano dalle tre alle quattro ore del nostro tempo per comprendere le manovre salvavita di base: riconoscimento segni di arresto cardiaco, disostruzione delle vie aeree, massaggio cardiaco, impiego del defibrillatore.
Queste manovre consentono di intervenire tempestivamente ed essere risolutive.
In Italia si verificano ogni anno circa 50 morti per soffocamento, circa 1 alla settimana, prevalentemente bambini.
Essere in grado di intervenire tutela in primo luogo i propri cari e le persone con le quali passiamo il maggior tempo.
La legge consente a chiunque di utilizzare il defibrillatore
L’obbligo di formazione mediante corsi BLSD è vincolato all’acquisto, sia per soggetti obbligati alla dotazione (società sportive e presto anche la Pubblica Amministrazione), ma anche i soggetti non obbligati che procedono comunque all’acquisto di un defibrillatore, ad esempio i condomini.
Tuttavia, al verificarsi di arresto cardiaco, qualunque presente, anche senza formazione, può utilizzare il defibrillatore.
Saranno i soccorsi stessi del 112, a chiedere ai presenti di verificare la presenza del dispositivo, fornendo tutto il supporto necessario per l’impiego.
Non sarà demandato ai soggetti formati di intervenire ogni qualvolta vi sia un evento nel proprio condominio, sia per impossibilità (fuori casa, persona sotto la doccia o a letto) sia perché i soccorritori guideranno i presenti che hanno chiesto l’intervento del 112, alla ricerca ed impiego del defibrillatore.