Morte improvvisa del lattante: la causa non è il rigurgito

I lattanti devono dormire a pancia in su

Cari Genitori,

purtroppo dilaga la cattiva informazione in merito alle morti improvvise dei lattanti, dette anche SUDI: Sudden Unexpected Death, morti improvvise inaspettate. Tutt’oggi si tende a parlare ancora di morte da rigurgito nel sonno. Proveremo a spiegare che il rigurgito è quasi sempre presente come conseguenza terminale e non come causa. Difatti non è possibile fare diagnosi di Sindrome della Morte Improvvisa Del Lattante (SIDS) o di morte da rigurgito senza una attenta valutazione della scena della tragedia, storia clinica del bambino e autopsia.

La SIDS rappresenta, in molti paesi occidentali, la prima causa di morte tra un mese e un anno di vita. L’incidenza della SIDS varia da casistica a casistica da un minimo di 0,5 per 1000 nati vivi ad un massimo di 3,5 per mille. Le stime più attendibili dicono che colpisce circa un nuovo nato ogni 1.000-1.500. In Italia nascono ogni anno circa 500mila bambini e quindi ci si attenderebbe da 250 a 3500 casi di SIDS. In Italia queste sono stime “numeriche”, perché nel nostro paese l’epidemiologia della SIDS è poco conosciuta, anche a causa della rarità di esecuzione dell’esame autoptico.

La SIDS è più frequente tra i due e i quattro mesi, il 60% dei bambini che muore è di sesso maschile. I bambini deceduti per SIDS sono morti sia di giorno che di notte, sia in culla che nel passeggino, sia nel seggiolino della macchina che in braccio ai genitori.

Sono stati identificati dei precisi fattori di rischio e, tra questi, il principale è quello di mettere il bambino a dormire in posizione prona (a pancia in giù). Altri fattori di rischio sono: posizionare il bambino sul fianco, il caldo eccessivo, pratiche di cattiva igiene del sonno, quali: cuscini, coperte, materassi non idonei, eccessiva temperatura, fumo della madre in gravidanza, fumo passivo, infezioni delle vie respiratorie, prematurità e familiarità. L’allattamento al seno è stato dimostrato un fattore protettivo in varie pubblicazioni scientifiche. Mentre consigliare di mettere il bambino a dormire supino (a pancia in su) ha determinato una riduzione della mortalità di oltre il 50 per cento.

La diagnosi di SIDS è una diagnosi di esclusione ed è necessario escludere altre cause note (cardiopatie, malattie infettive, maltrattamento) di mortalità per cui è necessario eseguire una adeguata autopsia ed una adeguata valutazione della “scena della morte”.

Ancora ignota, purtroppo, resta la causa di questo funesto evento. Moltissimi sono stati i tentativi di spiegare l’eziopatogenesi della SIDS; si sono succedute teorie respiratorie, neurologiche, cardiologiche, tossiche, infettive, e altre ancora. Ultimamente, un gruppo di ricercatori italiani propone all’attenzione la cosiddetta sindrome del QT allungato (una anomalia dell’attività elettrica cardiaca). Di conseguenza, questi studiosi hanno suggerito la possibile, ma non ancora dimostrata, utilità di uno screening neonatale per la diagnosi precoce (cioè far fare un ECG a tutti i neonati). A questo punto molti studiosi si sono chiesti: è possibile ed ipotizzabile un tale intervento diagnostico? Dare una risposta a questa domanda, in questa sede, è molto difficile, anche la comunità medico-scientifica non è riuscita ancora a dirimere il dubbio. Quello che è certo è che non tutti i casi di SIDS hanno una sindrome da QT lungo; inoltre non esistono trial clinici randomizzati e controllati né sull’efficacia né sulla sicurezza del trattamento con farmaci cardiologici per lunghi periodi in lattanti sani; infine ci sarebbero da affrontare grandi problemi organizzativi e di costi per uno screening del genere.

In conclusione, per prevenire servono idonee campagne sugli interventi di prevenzione: posizione del bambino durante il sonno, evitare di fumare in gravidanza e dopo il parto, ecc; il registro nazionale delle morti improvvise per tutta l’età pediatrica; “l’obbligatorietà” dell’esame autoptico eseguito a regola d’arte in tutti i casi di morte improvvisa infantile.

Inoltre, tra le regole per prevenire gli incidenti si raccomanda di imparare le manovre anti-soffocamento al 4 mese, fare le vaccinazioni e far dormire i vostri bambini preferibilmente in pancia in su.


Un Caro Saluto.
Alberto Ferrando

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