Questa mattina Alessio (2 anni) e sua mamma Emanuela non sono andati in ospedale per le cure nel day hospital di oncoematologia pediatrica. Sono rimasti a casa, a Casa di Alice. E così ne abbiamo approfittato per chiedere ad Emanuela come hanno trascorso il Natale all’interno della casa famiglia gestita dall’Associazione carmine Gallo inaugurata pochi mesi fa.
«Come abbiamo occupato il nostro tempo? Sempre a giocare». Quando è ricoverato in ospedale Alessio (2 anni) non mangia tanto e ha poca voglia di muoversi, ma quando è in Casa di Alice si trasforma. «All’interno di queste mura riacquista la voglia di muoversi, di sorridere». Possiamo solo confermare, le strilla di Alessio mentre gioca si sentono di continuo durante la telefonata con Emanuela.
La strada davanti a loro è ancora lunga. «Ci aspettano almeno 12 mesi di calvario, ma dopo la tempesta esce sempre l’arcobaleno». E «con il calore di una casa lontano da casa» la tempesta è meno forte.
Questo Natale c’è solo una cosa che non sono riusciti a fare Emanuela e Alessio. Arrivare alla mezzanotte il giorno della vigilia. Ma diciamoci la verità, alzi la mano chi c’è riuscito.