Dal 2011 siamo impegnati nella promozione della cultura del primo soccorso per sconfiggere un’epidemia silenziosa che causa la morte di 70mila persone all’anno Italia: la morte per arresto cardiaco improvviso.
IL PROBLEMA
Un'epidemia silenziosa
Sin dal 2011 siamo impegnati, insieme a Croce Rossa Italiana e con il contributo determinante della RAI e del Segretariato Sociale, per favorire la corretta percezione da parte dell’opinione pubblica di questa epidemia silenziosa che causa, ogni anno in Italia, il decesso di circa 70mila persone.
L’incidenza della morte cardiaca improvvisa è paragonabile a quella determinata dalla somma dei principali tumori conosciuti ed è 10 volte superiore a quella legata agli incidenti stradali.
COSA VOGLIAMO FARE
L'obiettivo del progetto
La strada da noi scelta per portare a termine questo importante compito è stata quella di operare su due piani:
- da un lato, avviando una campagna di informazione e sensibilizzazione sul tema con l’intento di favorire un cambiamento comportamentale da parte della popolazione;
- dall’altro, promuovendo una campagna di raccolta fondi mirata con l’obiettivo di rendere il nostro paese più sicuro, incrementando le postazioni salvavita con defibrillatori semiautomatici esterni (DAE) presso scuole statali e impianti sportivi pubblici.
COSA ABBIAMO FATTO
I traguardi raggiunti
A un arresto cardiaco si può sopravvivere. A un soccorso in ritardo no.
Un ciclo ideale di tre anni dedicato al tema della lotta all’arresto cardiaco improvviso e alla promozione della cultura del primo soccorso che Trenta Ore per la Vita ha avviato nel 2011 in collaborazione con Croce Rossa Italiana.
In merito alla sensibilizzazione abbiamo stimolato il senso di partecipazione attiva e responsabile di ognuno nell’interesse comune. Con l’attività di comunicazione diretta al grande pubblico, anche attraverso videostorie realizzate ad hoc, abbiamo portato milioni di persone a conoscenza delle corrette modalità di intervento in caso di emergenza. Abbiamo inoltre svolto azioni di supporto al proselitismo e indirizzamento verso i numerosi centri di formazione esistenti nel nostro paese, in particolare quelli della Croce Rossa Italiana. Per quanto concerne la raccolta fondi, il nostro obiettivo è stato quello di intervenire per aumentare i presidi salvavita in tutta Italia perché sappiamo bene come l’utilizzo, entro pochissimi minuti, di un defibrillatore possa salvare la vita alla persona colpita da arresto cardiaco improvviso.
Il modello di intervento che abbiamo applicato è stato quello di condizionare la consegna del DAE alla preventiva formazione di un numero adeguato di persone (non meno di 4) che ne possano garantire l’operatività. Ciascun apparecchio, completo di tutti gli accessori, gode di una garanzia totale di 4 anni e del cambio delle piastre gratuito dopo i primi due anni. Queste misure permettono, a chi custodisce il presidio, di non doversi preoccupare di alcunché per 4 anni dalla data di consegna, termine da noi ritenuto congruo per garantire un significativo orizzonte temporale operativo dello strumento donato.
Nel 2013 la cultura del primo soccorso è entrata anche nelle classi di 115 scuole grazie a un concorso, promosso in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, che ha avuto un grande successo per la qualità degli elaborati presentati dagli studenti.
Sempre nel 2013 è stato realizzato un sito web – dae.trentaore.org – che è un utile strumento per coloro che si troveranno a gestire situazioni di emergenza perché con pochi e semplici passaggi è, da oggi, possibile individuare il defibrillatore più vicino a luogo del bisogno. Inoltre chiunque può segnalare la presenza di un DAE all’interno del territorio italiano tramite l’apposita form “Segnala un DAE”.