Rimini, scuola e gioco per i bambini malati di tumore

bambini malati di tumore

La scuola è parte fondamentale del percorso di un bambino, e il diritto all’istruzione è importante tanto quanto il diritto alla salute: è questo il concetto alla base del Protocollo d’intesa “Studio e gioco in ospedale”, firmato dall’Unità Operativa di Pediatria dell’ospedale “Infermi” di Rimini, dall’Associazione “Arop” e dall’ufficio scolastico territoriale di Rimini.

L’iniziativa è stata pensata per tutti i piccoli pazienti costretti a lunghi ricoveri, che riducono gli spazi e cancellano le normali attività di un bambino: niente più scuola e parco giochi, ma solo ospedale e casa. Nasce così l’idea di garantire comunque l’istruzione ai bambini e ai ragazzi, assicurando un piccolo momento di evasione dal ricovero e rendendo anche più accettabile l’esperienza della terapia.

«È un progetto che ci stava a cuore e abbiamo fortemente voluto realizzarlo, nonostante alcune difficoltà burocratiche perché non potevamo essere riconosciuti come scuola – racconta la Dottoressa Samanta Nucci, psicologa del servizio di Oncoematologia Pediatrica e responsabile del progetto per l’Arop – Oggi finalmente le attività per i bambini e i ragazzi sono avviate, grazie al supporto del Provveditorato e al lavoro delle nostre maestre volontarie».

Ce n’è per tutte le età: dai giochi e i lavoretti per i più piccoli, alle interrogazioni e i voti per i più grandi. Per due giorni a settimana, le corsie dell’ospedale si trasformano nei corridoi di una scuola e i piccoli pazienti riescono ad avere continuità nel proprio percorso di studi, nonostante le lunghe terapie che li costringono a mesi di assenza da scuola. Il lavoro svolto in ospedale infatti potrà essere utilizzato nella valutazione del profitto e per la validità dell’anno scolastico. Soprattutto, per qualche ora a settimana, i bambini possono mettere da parte le flebo e le preoccupazioni. «L’importanza di un’iniziativa del genere è fondamentale, perché i bambini malati di tumore hanno molto bisogno di uno spazio di normalità – continua la Dottoressa Nucci – La novità è stata accettata bene da tutti i bambini; non vedono l’ora di fare lezione, per loro è diventato un appuntamento immancabile».
Purtroppo la condizione di questi bambini non è un caso del tutto eccezionale: ogni anno, in Italia, circa 1.000 bambini e adolescenti si ammalano di patologie onco-ematologiche.

I tumori colpiscono non solo i bambini, ma anche le loro famiglie. Trenta Ore per la Vita è al fianco delle Associazioni di genitori con il progetto Home; scopri come puoi aiutarci.

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