I mesi passati in ospedale, mesi fatti di noia, di paura e di solitudine, si colorano quando l’ABIO si prende cura dei bambini facendoli giocare e portandoli per un po’ ad uscire fuori dalla dimensione della malattia.
Quello che Ugo non pensava di essere
Ugo non era mai stato in un ospedale: provava disagio all’idea di incontrare, in corsia, lo sguardo di persone malate.