Ricordo come fosse ieri, il giorno in cui la mia bimba nacque…..mi fu messa tra le braccia e mi fu detto “questo è il giorno più bello della tua vita”.
Anthea, il suo nome, cresceva ed io con lei, vista la mia giovane età, cominciavo a chiedermi cosa avrebbe fatto da grande… a chiedermi come sarebbe diventata… a chiedermi tante cose, ma ad un certo punto le mie domande cambiarono direzione, erano rivolte a Dio e chiesi a lui perché avesse scelto me per una figlia così speciale, perché aveva scelto lei, perché proprio lei… e ancora oggi me lo chiedo!
Sì, perché la mia bellissima e meravigliosa figlia si ammala all’età di dieci anni, così, improvvisamente perché la “leucemia” non ti avvisa… arriva e spacca tutto mente, cuore ed anima!
Era il 15 febbraio 2010 ricordo perfettamente quel giorno, così come ricordo perfettamente tutti gli altri, la corsa in ospedale e la conferma di quel maledettissimo sesto senso materno.
Ci ritrovammo catapultate in un altro mondo… ricordo l’arrivo nel reparto di ematologia e due cose mi restarono impresse: le mamme con i loro occhi tristi che incrociavano i miei con i rosari intorno ai loro colli e i bimbi nei lettini tutti, o quasi, calvi.
Chiusi gli occhi per un’istante e pensai è finita.
Poi, non so ancora per quale motivo, ma mia figlia, come tutti i bambini, ha una reazione diversa dagli adulti nell’affrontare la malattia, il dolore fisico, la solitudine e le rinunce. Loro lo fanno con tanta tanta dignità, sorrisi, positività e voglia di vivere, nonostante tutto. Il nostro calvario inizia tra pillole e sciroppi, ma figuriamoci: una passeggiata se paragonate alle chemioterapie.
Anthea aveva dei bellissimi capelli lunghi, ma troppo lunghi, e quindi dovette tagliarli ed io li tagliai con lei. Sei lunghi mesi tra chemioterapie, rachicentesi, prelievi midollari e trasfusioni dove l’ospedale si trasformava nella nostra casa, le altre mamme diventavano come sorelle e i piccoli li sentivo anche figli miei… e quanti piccoli guerrieri hanno perso la battaglia e quante volte mi sono chiesta; Dio mio dove sei?
Il nostro percorso a fatica continuava e arrivammo quasi a fine protocollo e quindi alla fine di un incubo e l’inizio della rinascita, ma la mia bimba cominciò a star male, venimmo trasferiti in un altro ospedale, reparto di neurologia, ennesima diagnosi: PRES, Sindrome da encefalite reversibile posteriore, che può evolvere fino al coma e alla morte.
Qui sono sprofondata nel nulla ed è forse stata la prima volta che pensai e mi dissi: la sento troppo lontano da me, sembra quasi che sia più vicino a Dio.
Ma la vita è imprevedibile, qualcuno decise che la mia bimba doveva restare con me e lentamente e a gran fatica ancora una volta vince lei. Il nostro vuole essere un messaggio di speranza, di amore immenso per la vita, di non mollare mai mai mai! Oggi a distanza di cinque anni urleremo al mondo che abbiamo vinto!
Questa è la storia di Anthea, raccontata da mamma Lory: è riuscita, con il suo amore, a trasformare un passaggio difficile come quello della perdita dei capelli in un momento di divertimento e complicità. Anche per questo è fondamentale tenere unite le famiglie in un momento come quello che ha attraversato Anthea, ed è per questo che è nato il Progetto Home.