“Vi racconto come nascono i bambini ad Haiti”

ostetrica Haiti

Alice ha 26 anni, è ostetrica e vive a Milano. Ma per 4 mesi si è spostata dall’altra parte del mondo per volontariato: ha lavorato in affiancamento al team dell’Ospedale N.P.H. Saint Damien di Haiti.

L’Ospedale Saint Damien, sostenuto dall’edizione 2015 di “Trenta Ore per la Vita”, è l’unica struttura pediatrica gratuita dell’isola di Haiti e dalla sua inaugurazione nel 2006 ha assistito circa 80.000 bambini e 4.500 mamme.

Ecco il racconto di Alice.

Alla fine di un’altra settimana d’intenso lavoro nel Pronto Soccorso ostetrico del St. Damien… dopo l’ennesima donna arrivata in condizioni critiche ma con il suo bimbo ancora attaccato alla vita, pensi che i bambini sono fatti per vivere e le mamme per lottare in questo Paese dove ogni giorno nulla è dato per scontato a cominciare dalla Vita.

Lavorare ad Haiti è molto difficile, soprattutto perché è una realtà completamente diversa e all’inizio fatichi a credere che le cose siano realmente così. Moltissime donne non sono seguite in gravidanza e arrivano solo quando hanno un problema. Di frequente non si ricordano la data dell’ultima mestruazione regolare che serve per datare la gravidanza, non possiedono un esame del sangue o un’ecografia. E allora si comincia dall’inizio cercando di capire a che mese è arrivata la gravidanza, quali sono le condizioni del bimbo, di informare la donna e indirizzarla sul da farsi.

NPH Haiti 2014 visita
Reparto di maternità e neonatologia dell’Ospedale N.P.H. Saint Damien di Haiti sostenuto da “Trenta Ore per la Vita 2015”

Spesso, inoltre, i casi più gravi arrivano verso la fine del turno… come oggi che è arrivata una donna in gravidanza avanzata, con anemia, una grave ipertensione e una sofferenza fetale in atto che richiedeva un trattamento d’urgenza. Dai primi esami fatti il medico decide per un taglio cesareo ma, data la condizione della donna, ha anche bisogno che ci sia del sangue disponibile. E allora parte la corsa per recuperare il sangue e questa è un’altra storia. I tempi sono lunghi perché per avere una sacca di sangue bisogna prima trovare qualcuno disposto a donarlo e quindi molto spesso ci vogliono giorni prima che i familiari siano in grado di tornare con il sangue.

Nel frattempo però, data l’urgenza, cerchiamo una soluzione alternativa e fortunatamente riusciamo a trovare del sangue compatibile nel nostro Laboratorio Analisi dove conserviamo le sacche che abbiamo richiesto preventivamente per alcune donne e che non sempre vengono utilizzate per le stesse. Questo è determinante per mandare la donna in Sala Operatoria per l’intervento. E per salvare la vita al suo piccolo.

È una delle storie a lieto fine, è una piccola soddisfazione in una quotidianità fatta di difficoltà e intenso lavoro.

Che la morte faccia parte della vita è un concetto che gli haitiani hanno ben presente, che accettano in quanto decisione di un volere superiore, di Dio. E’ una cosa che ho imparato subito dopo essere arrivata qui. E non è solo per la morte di una persona anziana, ma anche per quella dei bambini e dei piccoli non ancora nati. Per questo oggi è stata una bella giornata, una giornata piena di Vita”.

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